diario di una kajira

martedì 24 settembre 2013

appartenenza consapevole

l’appartenenza è una cosa meravigliosa. l’esser posseduta… il sentirmi di proprietà, senza ambizioni, senza libertà, con il collare a strangolo al quale ogni tanto dai un bello strattone e manca il fiato, si strozza il respiro mentre mi tiri verso Te e mi fai accucciare ai Tuoi piedi. una cagna in tutto e per tutto, con la possibilità di parlare oltre che abbaiare. senza più nulla che mi appartiene, felice di averTi donato consapevolmente e con orgoglio il mio corpo, la mente e tutta l’anima. desidero moltissimo diventare una vera kajira.. kajira nell’anima, passare di livello. non più kajira in erba ma totalmente e fieramente schiava totale. Perché alla fine questa è.. una schiava veramente seria e consapevole, senza più desiderio di tornare indietro, che prende alla lettera il suo ruolo e dà il meglio di sé stessa in ogni situazione. pronta a svegliarsi e ad accendersi a un cenno, a uno sguardo. con lo sguardo basso, rivolto ai Tuoi piedi, in attesa, inginocchiata nuda o a quattro zampe, un passo dietro al Padrone. una figura serena, dal carattere equilibrato, che sa anticipare le Tue richieste ma non agisce fintanto che non lo ordini. che Ti conosce e segue ogni Tuo pensiero, vibrando e scaldandomi nella Tua scia, nel raggio di sole e di calore che mi doni. amabile e priva di dubbi, culturalmente al passo con le Tue idee, discretamente brava nel parlare di svariati argomenti, ospite gentile con i Tuoi amici, che mai Ti metterà in imbarazzo, ma avrà sempre una parola di riguardo e di sudditanza, che non Ti farà mai fare brutte figure…aperta alle novità, senza alcun limite che derivi dal mio intimo. perché i limiti di una vera schiava li pone soltanto il Padrone. nella Tua lungimiranza sai benissimo dove posso arrivare.. e quando ci arrivo, sai spingermi oltre, e oltre… fino ai Tuoi desideri più perversi che ancora non conosco. una kajira, dunque. che ha abbandonato i pensieri di gelosia assurda e le idee proprie… schiava e serva orgogliosa verso il mondo, fiera di andare a testa alta, di farsi guardare e ammirare.. ma proprietà esclusiva. solo Tu mi puoi toccare.. solo Tu mi puoi dare ordini, usare, umiliare.. tenere fra le braccia carezzandomi la testa, permettendomi di adorarTi. ci riuscirò…. Lo sai che sono testarda e cocciuta. ci riuscirò, se questo vuoi da me. Perché la cosa più bella dell’appartenenza è riuscire a far felice il proprio Padrone. la mia vita, il mio diletto, l’Unico Irraggiungibile Magnifico Signore e Padrone.


sabato 21 settembre 2013

c'è posta per te



‘ sei la mia lurida troia e puttana in calore... palline in fika per almeno un paio d'ore oggi e domani..è un ordine cagna!!! devi stare con la fika bagnata questi giorni.... troia e vacca..essere inferiore e pisciatoio! ‘

 Questo ha scritto il mio Signore oggi. E agli ordini non si replica, mai. Si obbedisce sempre. Così, lasciando il pc acceso, sono andata in bagno, e ho fatto quanto mi ha ordinato… ho giocato un po', leccandole mentre rotolavano sul pavimento, e adesso sono seduta, a scrivere i miei pensieri. e si Signore, sono in calore adesso. Penso a Te, e cerco di non muovermi. perchè lo sai, Signore mio... che effetto mi fanno le palline infilate dentro....


venerdì 20 settembre 2013

racconto n°5-Padrone

All’apparenza calmo e serio, non si fa notare. Basta la  Sua presenza  silenziosa a riempire la scena, come dentro a una stanza quando ci sono tante persone e si respira appena, e l’odore è uno solo a sovrastare gli altri.  Non è alla ricerca di niente, si limita a d aspettare. A volte sorride per un attimo, gli occhi scuri che incendiano gli animi. Parla poco, a voce bassa, ma si capisce subito che non ama esser contraddetto, che è Lui a decidere, a condurre il gioco. E fa sul serio. Terribilmente sul serio. Non gli serve usare paroloni o frasi fatte. Suscita interesse per questo modo di fare singolare, in bilico tra il sarcastico e l’ironico. Conoscitore sopraffino dell’animo femminile, sonda l’anima di quelle che, spinte dalla semplice curiosità o semplicemente avvicinatesi per caso, si trovano a parlarGli.  Gli ronzano intorno come api attratte dal Suo nettare prezioso.   Gli cadono ai piedi. Tutte quelle che conosce, anche solo superficialmente, che siano troie da web oppure donne alla ricerca di soddisfazioni,  ognuna di loro in un modo o nell’altro  vengono irretite, come intrappolate in una tela argentata, incapaci di distogliere lo sguardo… attratte dal sapore e dall’odore di dominante che emana. Apparentemente serio ai loro occhi, severo e inflessibile anche appena conosciuto, non ha bisogno di loro.  Cerca ben altro. Lui cerca la verità. Cerca la schiava totale,  quella che riuscirà a sottomettersi completamente. Quella che saprà umiliare sé stessa e prostrarsi ai Suoi piedi, che Gli donerà corpo e anima. Perché è lei che si dona, che accetta le regole, dirà di si.  Si a  un uomo che nulla sconta, e che impiegherà tempo, e fatica, e energia per addestrarla al meglio, per educarla, innalzando paletti invisibili e invalicabili, mostrandole un passo alla volta la strada da percorrere, con calma e pazienza infinita,  fino al momento in cui sarà pronta per esser cinta dal Suo collare. Questa cerca. Una su mille. Con le altre.. beh, con le altre ci gioca. Si diverte a eccitarle. Sorride bastardo mentre quelle si sciolgono come cera bollente. E divengono davvero bollenti dentro… Lo bramano. Diventano pazze quando ricevono attenzioni. Cercano di sovrastare le altre femmine che annusano come possibili rivali,  giocano sporco fingendosi amiche  mentre hanno il coltello pronto a colpire alla schiena. E sgomitano facendosi  credere migliori di ciò che realmente sono. Maschere e mascheroni distrutti senza più dignità. Donne pronte a tutto pur di appartenerGli.  Considerate da Lui a malapena, buone solo per riempire il tempo fra una sigaretta e l’altra. Ma sbagliano… chiedono l'impossibile a quell'uomo.  Chiedono l'unica cosa che non dovrebbero nemmeno permettersi di pensare. Chiedono l'esclusiva. Padrone solo di loro, immaginandosi di poter essere l’unica schiava con le capacità di soddisfarLo. Senza nessun  altra intorno. Chiedono di esser l'unica… Ma un uomo così, Signore e Padrone nell'anima e nel corpo, nato apposta per dominare, duro e  sadico all'inverosimile ma con il cuore grande e generoso,  giusto e magnanimo con chi lo merita, le scaccia. Smuove la mano come si scacciano appunto le mosche e le api.  Lui… Lui cerca altro. Cerca la verità. Vuole quella che chiuda gli occhi, che si affidi totalmente. Che lo veneri e lo rispetti come si fa davanti a  un dio. Quella capace di annullare il proprio io, di farsi distruggere e riedificare di nuovo, capace di diventare pasta morbida in quelle mani, ammaliata, demolita psicologicamente fino a non desiderare altro che servirLo adorante. Quella che sa dominare la gelosia, che lo segue camminandoGli  un passo  dietro, ne segue la scia, pronta a soddisfarlo venendo a sua volta soddisfatta. Che non teme il dolore, ma impara ad apprezzarlo pian piano. Che capisce la differenza che passa tra la soddisfazione immediata e sterile dei sensi e la bramosia della tensione portata allo stremo. Che gode a comando, permesso donatole dal Padrone a Sua discrezione.  Cerca quella accucciata ai Suoi piedi, fremente per una carezza, occhi lucidi e sorriso  meraviglioso quando si sente guardata.  Lui vuole quella che  sa  volare.  Vuole una kajira.


kajira



kajira. questo vuole da me. che sia la Sua kajira. senza tanti sogni, senza niente che più mi appartiene. devota e sottomessa, un passo avanti dall'essere schiava. consapevole delle regole ferree che scandiranno ogni momento della mia vita futura. da oggi ricomincerò a scrivere questo diario, costellato di sogni e di esperienza diretta. tutto vero. storie immaginate e storie accadute, in un vortice di coriandoli difficili da dipanare. ma che siano sogni o realtà.. è tutto nella mia mente. con il permesso del mio Signore adorato, Infernale Quinlan, che mi guida e si prende cura di me, controllando ogni mio gesto, conoscendo i desideri e ciò di cui realmente ho bisogno. ometto le maiuscole, non per errore ma per il fatto che solo quando parlo di Lui le uso. 

martedì 26 febbraio 2013

Intrappolata

Mi usa.Mi usa come se fossi un burattino.Sono legata da corde invisibili, catene che mi stringono i polsi, le caviglie, il collo. Catene così pesanti che stento a muovermi. Ma nessuno può vederle, a parte me.A parte Lui. Intrappolata in una ragnatela d'acciaio,sono rinchiusa in una bolla di cristallo trasparente,   nuda e sottomessa. Mi rigira tra le dita, tira le corde, mi fa assumere posizioni e mi lascia lì, ferma, in attesa. Sono il Suo burattino servile, la bambola con la quale giocare. Mi accende e mi spegne a Suo insindacabile giudizio. Perchè possiede la chiave della mia mente, e ogni azione è comandata dalla Sua volontà. I segni che restano sulla pelle sono il simbolo della mia libertà nell'essere schiava, nell'essermi donata completamente. La benda che porto sugli occhi sta a significare obbedienza cieca. Il corpo inanimato dimostra fiducia assoluta nella Sua persona.      Sono libera adesso.  
Ho l'ultima parola, sempre. Ho l'ultima parola.                                                          
 

Si, Signore.

                     

martedì 23 ottobre 2012

diario di una cagna - punizione



Mi chiamo Gioia. O Lilly.
Ma in realtà non ha mai pronunciato il mio nome. 
Mi chiama cagna, con la minuscola.
E io accorro, sempre.
Ha un tono imperioso, il mio Signore. Non ammette errori. Mai.
Sono la sua cagna. Schiava. Serva.
Ubbidisco, e questo è quanto.
Mi basta. Sono una stupida cagna, e mi rende felice esserlo.
Quando sono cattiva mi punisce, ovviamente.
Alcune punizioni le ho descritte, molte altre sono ancora impresse nella mia piccola mente animale...
Penso troppo, non riesco a smettere di farlo. 
Sono soltanto un corpo che Lui  manovra a piacimento, smuove i miei fili, mi fa fare ciò che la Sua mente perversa e crudele ordina.
Anche oggi sono stata punita. Psicologicamente. Mi ha schiacciata.
Ordinandomi di non  contattarlo più fino a domani.
Il fatto è che non ho compreso l'errore. Mi sembrava di aver ubbidito in tutto... evidentemente non è così. 
E sto facendo passare gli attimi e i minuti e le ore, nell'attesa. 
Mi brucia.... mi fa male.
Ma sono solo una stupida cagna, e questo oggi mi merito.
Buona serata, mio Signore adorato.

giovedì 18 ottobre 2012

Diario di una schiava - esperienze di una cagna



GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 2012



11 ottobre
Ordini e torture
Mi sono alzata presto, con il pensiero di mandare un sms di buongiorno a Lui. Come faccio ogni mattina.  Quindi gli ho scritto, mentre preparavo il primo caffè della giornata, la casa immersa ancora nel silenzio, buio fuori dalle finestre appena sporcato da una pallida luna che da' il cambio al sole. 
Ho atteso con trepidazione una Sua risposta... non so mai quando potrà arrivare, e se arriva. Mi tiene in tensione sempre, continuamente. Non mi lascia mai rilassare. Il giorno prima ho avuto l’ordine di andar per campi a cercare delle ortiche, mi aveva proposto un nuovo giochino. E, sotto la pioggia battente, sono riuscita a trovarla, inzaccherandomi completamente, i capelli incollati al corpo. Sola in un prato sotto la pioggia, un sacchetto in mano e il cell nell’altra. Io, che alle urticanti sono allergica, e abbisogno di adrenalina se le struscio sulla pelle. 
Adesso mi ha risposto, dopo poco che gli ho dato il buongiorno. 
 “Avvolgi la pallina nell’ortica e mettitela nella fica” …. 
Ho paura dell’ortica, ma lo faccio. Prendo la pallina, quella con attaccato un cordoncino che pende tra le gambe, e avvolgo bene un rametto di ortica piena di fiori intorno. Chiudo gli occhi, mi siedo per terra. Mi faccio violenza e trattengo il respiro. Sono bagnata…. molto bagnata. Dalla paura, dal desiderio, dalla voglia che ho di soddisfarLo. La mano che la tiene già si arrossa, ma mi apro la fica con l’altra, rivelando carni morbide e turgide, il clitoride arrossato e gonfio, l’ano che si dilata dalla posizione che ho assunto, a gambe spalancate,  e infilo tutto dentro….


Potrei stare i piedi, appoggiata, in qualunque modo, ma il mio Signore pretende che mandi le foto ogni volta che eseguo un ordine, quindi sono chiusa in bagno, il cell pronto a fotografare, davanti a uno specchio. Lì per lì sento solo ruvido, e la pallina che appare più grande, con tutte quelle foglie. Ma dopo pochi secondi, non so ben distinguere il tempo che scorre, un forte prurito e una voglia incredibile di alzarmi e mettermi a correre mi prendono.. sento il fuoco, avvampo, spilli e bruciore che si propagano dalle grandi labbra fino dentro al corpo. Il secondo sms che mi ha mandato diceva che avrei dovuto massaggiarmela la fica, quando avessi infilato bene la pallina.. e ci provo, mentre scatto un paio di foto.
Gli scrivo, supplicandolo di farmi togliere questa tortura che mi brucia. Sono allergica alle piante urticanti, ma Lui non lo sa. E si arrabbia, perché ho tenuto nascosta questa cosa.  Tolgo con la punta delle dita la pallina ricoperta, l’ortica è completamente bagnata, mi è rimasto qualche pezzettino di foglie dentro, mi infilo la mano per prenderle tutte.. è calda e bagnata. Ho una gran voglia di godere, nonostante il bruciore.  Ma godere è un privilegio che mi è concesso molto raramente.. solo quando Lui è totalmente soddisfatto dei miei servigi, e  non l’ho fatto arrabbiare, solo allora, a volte, mi concede questo. Mi ordina di godere, dicendomi come e con cosa. Mi permette di masturbarmi.
Il mio Signore mi  scrive ancora 
“ Fammi vedere come lecchi la tazza del cesso, cagna! Prima ci pisci sopra, e lecchi il tuo piscio! Subito!”  Mi precipito in bagno, di nuovo. Mi spoglio, piscio fuori dalla tazza, lo lecco e mi fotografo…. Ho sempre timore di non fare abbastanza bene… ho le tette gonfie e dure, ho voglia di Lui. I suoi insulti, le umiliazioni.. le parole crude con le quali mi ferisce fanno solo in modo che rimanga perennemente eccitata, un dolore sottile misto a piacere che rimane latente nel mio corpo di schiava. Ogni giorno è così, ogni ora mi sento sempre più sua, mi penetra la mente, scarta e distrugge tutto ciò che mi appartiene, brucia i miei pensieri per fare in modo che sia simile a Lui, lontanamente simile, ma sulla stessa lunghezza d’onda. Mi insegna a pensare in maniera totalmente diversa. Sono solo una stupida schiava, una cagna fedele e sottomessa, la Sua serva .. ma questo mi fa vivere. Consapevolmente e felicemente masochista per Lui.

E’ pomeriggio. Tra breve non potrò più sentirlo, lunghe ore senza i Suoi messaggi, fino a domani, se vorrà ancora sentirmi. Però mi scrive... 
“ Mettiti una bottiglia nella fica e chiamami”  Rileggo il messaggio. Mi muovo per la casa, sono sola. Trovo una bottiglia da 75 cl di vino, vuota. Mi siedo per terra,  ne infilo  il collo dentro la fica. E’ fredda, mi sento gelare dentro. Lo chiamo. Ho il privilegio di sentire la Sua voce dopo dieci giorni. Mi ha ordinato questo, e io ubbidisco, come sempre. La voce del Padrone.. cosa c’è di più bello, rilassante, eccitante e meraviglioso per una cagna come me? Mi domanda se mi piace.. 
“Si Signore... mi fate scopare con una bottiglia... è la prima volta che lo faccio... è fredda..” 
E Lui  “Sei contenta cagna? Sei contenta che il tuo Padrone pensa sempre a te e ti ordina cose nuove? E’ fredda? Leccala e succhiala dai.. fammi sentire come succhi” 
 Ha una voce calda e morbida, non potrei mai disubbidire, lo sento come se fosse accanto a me, le sue parole mi avvolgono tutta, e mi bagno, ancora e ancora di più. Lecco il collo della bottiglia, lo succhio, lo scaldo con le labbra. 
“ Rimettitela dentro dai, muovila, su e giù... dai cagna “  E’ imperioso ora, sono ordini precisi.  sto per terra, il telefono all’orecchio, la mano che infila e spinge la bottiglia dentro la mia fica in fiamme….
“Adesso mettila in piedi, e siediti sopra. Cavalca la bottiglia, troia...“ 
E io deglutisco, sono sudata, ho caldo. La sistemo sul pavimento e mi siedo sopra, infilo il collo verde della bottiglia nella fica, e penetra a fondo, arrivo alla parte larga che quasi ci entrerebbe dentro, da come sono dilatata. Mi muovo sopra di essa, mi sollevo e riabbasso, la struscio sul clitoride fino a farmi male, e  ansimo al telefono con lui. Sento di avere la voce bassa e roca, tengo gli occhi chiusi, è più facile immaginarLo vicino cosi’. 
“Godi cagna.. fammi sentere come godi, ti voglio sentire urlare” 
 Mi permette di godere, quindi. “Davvero Signore? Posso godere? Davvero”...  
Si cagna, ti voglio sentire, godi con la bottiglia”.
E mi lascio andare, mi sdraio per terra con la bottiglia dentro,  tra le cosce, mi ci struscio sopra come se fossero le Sue gambe, e subito sento che il piacere monta dentro di me, e spinge con violenza, esplode, godo per Lui e con Lui, fino a  che  non rimango senza fiato, ansimante.
 “Adesso leccala. Leccala e sputaci, e poi bevilo” 
 Mi siedo, intontita. Lecco e ci sputo sopra, faccio sentire il rumore attraverso il cell…. 
“Brava cagna.. ti è piaciuto? Adesso rimettila dentro e fai tante foto.. e me le mandi.. ciao Cagna.. ci sentiamo domani”  
 “ Arrivederci Padrone… grazie mio adorato Signore.. a domani”.
Mi alzo, e fotografo tutto. La fica che avvolge la bottiglia, la mia faccia da cagna in calore. Buonanotte Signore adorato.