diario di una kajira

sabato 6 ottobre 2012

Cagna fedele e sottomessa

Non lo conosco da tanto tempo, ma di me Lui sa cose che anche io ignoro.
Il suo modo di soggiogarmi, le lezioni che mi impartisce, la violenza psicologica con la quale incessantemente e sottilmente mi tortura hanno fatto in modo che il tempo si dilatasse, rendendo i giorni e le ore diverse da ciò che in realtà sono.
Se dovessi analizzare in senso stretto le volte in cui ho potuto servirLo di persona, e comunque da quanti mesi sono divenuta Sua schiava, profondamente devota e assoggettata ad ogni Sua voglia, in realtà potrei sembrare pazza.
 Questa sottomissione di cagna fedele solitamente i padroni l'ottengono in molto tempo, dedicandole pazienza e costanza.
 Ma la magnificenza del mio adorato Signore e  la sua forza di volontà, il carattere severo, l'estrema inflessibilità che lo contraddistinguono, uniti a un uso sereno e colmo di  rispetto nel dosare le ricompense che noto in lui  mi fanno fidare ciecamente, mi hanno portata a dipendere psicofisicamente dalla Sua persona. In un tempo relativamente breve, come dicevo.
Sono sua, totalmente, anima e corpo. Il mio desiderio assoluto è poter soddisfare le Sue voglie, qualunque esse siano. La mia gioia più grande è riuscire a dire "Si, Signore" ogni volta che mi impartisce un ordine. Mi alzo finendo di sognarlo, e gli scrivo, augurandogli il buongiorno. La mia giornata è scandita dalle sue mosse, dall'umore, dal  grado di cattiveria che vorrà trasformare in dolore e umiliazioni per me. Respiro con Lui. Vivo con il telefono in tasca, o in mano, per non perdere nemmeno una delle Sue parole, e rispondere subitaneamente. Attendo con ansia il Suo prossimo messaggio, e le rare volte in cui mi concede di telefonargli. La sua voce mi fa bagnare, all'istante. Alla sera mi addormento con i Suoi occhi  nel cuore e una bambola di pezza stretta tra le mani.
Temo di non essere all'altezza di quello che chiede, ho timore di servirlo inadeguatamente. Sto sulle spine, sempre. Lo adoro.. non vivo senza di Lui. La sua presenza è vita per me, schiava e cagna, burattino e bambola, sputacchiera e zerbino. Divengo tutto ciò che Lui desidera, mi adatto a fargli da serva abbassandomi e inginocchiandomi quando mi parla.
E questo per me è vita. E' vita, finalmente.
Libera dagli errori dell'esistenza e dalle convenzioni, libera di essere ciò che covo dentro di me.
 Sono nata per servire. Ho aspettato a lungo, e un uomo magnifico ha attraversato la mia strada, rapendomi i sogni. Si, ha rubato i miei sogni e li ha trasformati in realtà, mi ha cambiata profondamente.
Grazie mio dolce Signore

Nessun commento:

Posta un commento